Avvelenata dai fanatismi ma ancora vitale: la Bosnia raccontata dal regista Massimo D’Orzi

Venerdì sera il documentario "Bosnia Express" per la rassegna "Il Giardino del Centro" all'Unla di Oristano

Mercoledì, 6 luglio 2022

Un viaggio in Bosnia, guidato dal regista Massimo D’Orzi: è il secondo appuntamento della rassegna “Il Giardino del Centro”, domani – venerdì 8 luglio, alle 21 – nell’area esterna del Centro Servizi Culturali Unla di Oristano, in via Carpaccio. Il documentario “Bosnia Express” (Italia, 2021, 70′) è presentato per la sezione “Condivisioni”.

Si tratta di un film che procede a tappe, stazione dopo stazione, provando a raccontare con un tono intimo e penetrante la realtà di questo paese e di rappresentare le contraddizioni tra un mondo che si sforza di crescere, pieno di vitalità, creatività e un mondo precipitato nell’estremismo etnico-religioso.

La Bosnia è un luogo di frontiera. Molti hanno cercato di farla diventare un “non luogo”, terra di nessuno. Ma la Bosnia è ed è sempre stata un crocevia di linguaggi, culture e stili diversi che si può far rivivere nella memoria collettiva depurandoli da ideologie e fanatismi religiosi che in questi anni hanno avvelenato i pozzi di una convivenza civile durata secoli.

Le donne protagoniste di questo film sono la risposta più alta contro la violenza di chi calpesta ogni umanità in nome di un dio o della superiorità di un’etnia sull’altra. Bosnia Express è il canto della resistenza delle donne alla violenza di una guerra voluta dagli uomini.

Sinossi. Un treno attraversa lento il cuore della Bosnia Erzegovina: Sarajevo, Tuzla, Srebrenica, Konjic, Mostar. Donne, religione, guerra, violenza, arte lanciati sullo schermo come dadi su una scacchiera o giocati alla roulette russa. In palio vita o morte, verità o menzogna. La macchina da presa indaga dietro il ritrovato ordine delle cose. Fin dove può giungere lo sguardo per conoscere? Una scuola di danza, i corridoi della facoltà di pedagogia islamica, le aule di musica rock, la collina di Medjugorjie, sono i luoghi da cui i personaggi muovono l’inchiesta.

Massimo D’Orzi
. Regista, scrittore e produttore, nel 2004 gira “Adisa o la storia dei mille anni”, film documentario ambientato fra le comunità Rom della Bosnia Erzegovina, presentato in numerosi festival internazionali e distribuito in molti paesi del mondo. Nel 2009, in collaborazione con il CSC, realizza “Sàmara”, suo primo lungometraggio di finzione, da lui scritto e diretto, con Filippo Trojano, Marco Baliani, Federica Pulvirenti, uscito in sala nel Marzo 2012 e adesso nuovamente distributo da Whiterose Pictures.

Nel 2010 realizza il documentario “Ombre di luce” ambientato all’interno dell’Università La Sapienza di Roma. Il 2011 è l’anno di “Ribelli!” un documentario in co-regia con Paola Traverso, uscito in libreria allegato all’omonimo libro per Infinito Edizioni.

A marzo 2016 pubblica il suo primo romanzo “Tempo imperfetto” ispirato ad un caso di cronaca nera, edito da L’Asino d’oro di cui riceve il premio speciale Cinema&Libri. Nel 2020 conclude “Bosnia Express” ispirato al libro omonimo di Luca Leone.

Attualmente D’Orzi sta sviluppando il suo nuovo film dal titolo provvisorio “Miraggi” con Massimiliano Nardulli (LIM) e “Ja Sam Ana” di Ado Hasanović di cui è cosceneggiatore e produttore delegato. È ideatore e curatore insieme a Nardulli e Vannucci del worhshop internazionale TSFM Word-Frame. Dal 2014 collabora con il settimanale Left su cui scrive di cinema e letteratura.

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