Sabato, 2 aprile 2022
Slitta di due settimane la presentazione di “Tutte le strade finiscono qua”, il primo romanzo di Michele Mureddu, già annunciata per stasera nel giardino della libreria Librid, in piazza Eleonora. A causa del maltempo, l’incontro è rinviato a sabato 16 aprile, sempre alle 17.30. In compagnia all’autore ci saranno Paolo Vanacore, che sulle note di Nocturnal Zen leggerà alcuni brani tratti dal libro, e Luca Cadeddu, che presenterà la serata.
“Purtroppo la pioggia ci ha fatto un brutto scherzo”, spiega Michele Mureddu, “ma speriamo che arrivi finalmente la primavera e che ci si possa incontrare nell’accogliente giardino del Librid”.
“Tutte le strade finiscono qua” racconta una Sardegna devastata dal nucleare, desolata e violenta, in un’apocalisse senza fine. Il romanzo d’esordio di Michele Mureddu, nasce dalla sua passione per la scrittura. Classe ’89, Michele di professione fa il tatuatore ma lo si potrebbe definire un artista poliedrico. Sin da piccolo suona la chitarra e la batteria, oltre a cantare in diverse band, ma nel tempo, anche per motivi di studio, Michele Mureddu si è impegnato in altri campi artistici, sperimentando nel mondo dell’audiovisivo e del cinema ma anche nel teatro.
La trama. Quando Leonardo si risveglia in un bunker, coperto di flebo e lividi, non capisce. Gli ultimi ricordi che ha sono di una colazione preparata con amore, di una moglie e due figlie. Luce: questa la ricorda bene, perché poi è il buio. Una botola lo collega al mondo esterno, il mondo “nuovo”: la terra che conosceva, la sua tanto amata isola, in cui aveva gioito e sofferto tutta la vita, non esiste più. Sullo sfondo di una Sardegna devastata dal nucleare, desolata e violenta, in un’apocalisse senza fine Leonardo muoverà i primi passi alla ricerca dei suoi cari e della salvezza al di là del mare, affidandosi solamente alla speranza e all’istinto. Per maggiori informazioni sul libro, cliccare qui.
L’autore. Michele Mureddu, classe 1989, nasce e cresce ad Oristano. Dopo il diploma si trasferisce a Bologna, dove approfondisce l’arte del cinema e del teatro, passioni che l’hanno sempre accompagnato fin da bambino, scrivendo nel frattempo sceneggiature per diversi cortometraggi e racconti brevi mai pubblicati. Tornato a vivere in Sardegna, recita per qualche anno nella compagnia teatrale “Sipario Aperto” di Salvatore Sinis e nel laboratorio sperimentale di Sara Giglio. Contemporaneamente riesce ad affermarsi come tatuatore professionista, presso l’Ink Lab Tattoo Studio di Oristano, sempre cercando di trovare spazio per la musica, il teatro, il cinema e la scrittura.