
Venerdì, 25 giugno 2021
Ridurre la Tari per quelle attività che donano cibo per combattere lo spreco alimentare e sostengono le famiglie in difficoltà. La richiesta arriva dai consiglieri comunali di minoranza Francesco Federico, Maria Obinu, Efisio Sanna, Monica Masia, Patrizia Cadau, Andrea Riccio e Anna Maria Uras. Gli esponenti dell’opposizione hanno presentato un emendamento integrativo alla proposta di deliberazione relativa all’approvazione delle tariffe Tari per il 2021 che sarà discussa mercoledì 30 giugno in Consiglio comunale.
Il documento è stato protocollato nei giorni scorsi ed è stato distribuito stamane ai consiglieri comunali della prima Commissione consiliare. La minoranza fa riferimento all’articolo 17 della legge Gadda 166 del 2016, che prevede l’introduzione di tariffe agevolate per le attività che donano cibo per contrastare gli sprechi.
I consiglieri hanno inoltre sottolineato l’importanza del progetto No SprecOr, iniziativa contro lo spreco alimentare promossa da Domus Oristano OdV, Cittadinanzattiva, Associazione Volontari pro Carceri, Caritas diocesana, Osvic e Rotary Club. Lo scorso febbraio era stato inaugurato in via Masones il locale di No SprecOr, dove si raccolgono gli alimenti invenduti, donati da tante attività commerciali cittadine. Se questo emendamento venisse approvato, chi dona cibo invenduto a No SprecOr avrebbe quindi diritto a uno sconto sulla Tari.
La legge Gadda consente al Comune di Oristano di prevede la riduzione fino a un massimo del 20% della tariffa Tari alle attività che operano nella produzione e distribuzione di generi alimentari. Tale riduzione della tariffa dovrà essere proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. Sono numerosi i comuni italiani che applicano già da tempo le misure previste dalla legge Gadda. Tra questi c’è anche il Comune di Milano.
Per consentire il pareggio dei saldi, gli esponenti dell’opposizione hanno inoltre proposto che le riduzioni della tariffa Tari vengano compensate con un incremento delle quote a carico delle banche e degli istituti di credito.
“Chiediamo al Consiglio comunale di sostenere quegli operatori che invece di buttare il cibo lo donano. In città”, commenta Francesco Federico, primo firmatario dell’emendamento, “abbiamo una grande realtà come No SprecOr che si occupa della raccolta di cibo dalle attività commerciali cittadine. Invitiamo l’ente a premiare questo processo virtuoso”.

E chi ha uno stipendio da fame, o chi non ne ha?