Dal Faust al “Piccolo” ai club di Nashville: Marco Pinna e una vita sulle corde della chitarra

Il musicista giramondo da qualche anno è tornato in Italia

Marco Pinna

Mercoledì, 23 giugno 2021

Ha lasciato Oristano tanti anni fa, con la chitarra in mano e il sogno di portare la sua musica in giro per il mondo. Oggi Marco Pinna ha 66 anni e quel sogno lo ha realizzato davvero. “Tutto è nato quando ero soltanto un bambino”, racconta l’artista, tornando con la mente indietro nel tempo. “La scintilla era scoccata un pomeriggio estivo, lo ricordo bene ancora oggi. La Rai mandò in onda un brano dei Beatles e fu amore a prima vista. Quel giorno decisi che la musica avrebbe fatto parte della mia vita. Iniziai per gioco con i miei coetanei. Strimpellavamo gli strumenti e ci divertivamo”.

Da tempo vive a Milano, ma Pinna è passato anche dall’Austria e da Nashville, negli Stati Uniti. “Da ragazzo”, racconta, “ho suonato in un gruppo di Benito Urgu, Benito e i Porsei. A 24 anni però ho fatto le valigie e mi sono trasferito a Milano”. Dopo un breve periodo il salto a Vienna. “In Austria suonavo musica di intrattenimento nei locali e in hotel prestigiosi. Vienna”, prosegue ancora il chitarrista, “mi ha dato tanto: anche una figlia, Olivia, che oggi ha 36 anni”.

A fine anni Ottanta il ritorno a Milano e proprio in quel periodo Pinna è ingaggiato dal prestigioso Piccolo Teatro. “Ho avuto l’opportunità di lavorare con il regista teatrale Giorgio Strehler. Per qualche stagione ho suonato nel Faust, un’opera epocale”.

Poi la grande occasione negli Stati Uniti. “Sono stato notato da un manager americano”, spiega ancora Marco Pinna, “così, a metà degli anni Novanta, mi sono trasferito a Nashville, che negli Usa è conosciuta come Music City, la città della musica”.

Nel 2014 è uscito il suo cd “Amigus”. Hanno suonato insieme all’artista di Oristano Lee Hines alle percussioni e il chitarrista acustico Kyle Nachtigal. “Abbiamo lavorato anche con Chester Thompson”, aggiunge con orgoglio, “storico batterista di Frank Zappa e dei Genesis”.

Marco Pinna

Sia a Milano che a Nashville ha avuto alcuni allievi che ha aiutato a crescere. “Non ne ho avuti tanti, ma tutti erano molto bravi”, tiene a precisare Pinna, che ha fatto rientro in Lombardia soltanto pochi anni fa. “Ho un bel ricordo degli Stati Uniti, lì la musica è un’industria. Dall’altra parte dell’oceano ho trovato un altro mondo. Ho cercato di distinguermi imbracciando la chitarra acustica con le corde di nylon e ho avuto l’opportunità di confrontarmi con grandissimi musicisti come Denny Jiosa e Kenny Zarider. Degli americani apprezzo il fatto che siano diretti, una caratteristica che si riflette anche nel loro modo di vivere la musica”.

I club e i circoli di Nashville però ora sono il passato. “Lì ogni spazio che può ospitare musica viene sfruttato. Mi ricordo uno spettacolo in un club”, dice ancora Marco Pinna, “alla fine dell’esibizione si avvicinò un uomo per farmi i complimenti. Non sapevo chi fosse, poi ho scoperto che si trattava di Brian Allen, bassista, tra gli altri, del grandissimo Robben Ford. Un incontro del genere puoi farlo solo a Nashville”.

“Da quando sono tornato a Milano ho staccato un po’. Mi esercito tutti i giorni con la chitarra, ma non ho più voglia di fare il Don Chisciotte sul palco. Continuo a suonare per passione”, commenta col sorriso, “e studio per la prossima vita. I concerti non mi mancano, ma non mi dispiacerebbe suonare ancora una volta nella mia Oristano. Purtroppo non torno spesso in città, ho dovuto lasciarla per seguire le opportunità che la musica mi ha offerto”.

Nel 2014, all’uscito di “Amigus”, Pinna aveva ricevuto un premio alla carriera dall’allora sindaco di Oristano, Guido Tendas. “Fu una grande emozione, conservo con affetto la pergamena consegnatami dal sindaco. Quel premio mi ha reso orgoglioso”.

“La musica”, conclude, “è una materia mistica. La chitarra mi ha sempre aiutato a superare i momenti duri, le difficoltà che ho affrontato. Continuo a suonare perché non si smette mai di imparare. La mia è una sfida che voglio vincere ogni giorno”.

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