The Hidden Seed: un successo la pagina di illustrazioni dell’oristanese Silvia Fois

Oltre 24 mila followers su Instagram per il racconto di vita quotidiana in cui tanti si identificano

Silvia Fois all’opera

Giovedì, 20 maggio 2021

Ha festeggiato recentemente il primo anno di vita e ha già oltre 24mila follower. La pagina Instagram The Hidden Seed Illustrazioni è quello che può definirsi un successo: non cercato, ma arrivato per caso e comunque più che meritato. Dietro c’è l’oristanese Silvia Fois, venticinquenne, che per 19 anni ha vissuto in città, prima di trasferirsi a Torino, dove il mese scorso ha conseguito la laurea magistrale in ingegneria informatica.

“The Hidden Seed nasce il 4 maggio del 2020, dopo due mesi di lockdown”, spiega l’ingegnere oristanese. “Si trattava ovviamente di un periodo psicologicamente durissimo. Una sera ero particolarmente triste e, non so perché, mi son ritrovata a disegnare una vignetta, la prima della mia vita. Da lì è stato come un turbine. In due o tre giorni ne ho partorito almeno una decina. Questo perché il vantaggio di questa attività è stato subito evidente e perdura tutt’ora. Da un lato mi permette di sfogare un’emozione, tirandola fuori da me. Dall’altra, mi metto nelle condizioni di prendere le distanze dai miei sentimenti, necessarie a diventare spettatore oggettivo, e non vittima. La piega ironica e il formato tipo fumetto, in più, mi aiutano ad alleggerirmi, perché mi faccio ridere da sola”.

“A differenza di molti altri gestori di pagine Instagram simili alla mia, io non sono una illustratrice professionista, né ho mai frequentato alcun corso in merito”, spiega l’ingegnere – illustratrice. “Se dobbiamo dirla tutta, non ho nemmeno il background di chi per anni è stato hobbista appassionato di disegno. Nei due anni che hanno preceduto l’apertura della pagina, ogni tanto mi dilettavo a fare ritratti. Ma si trattava di un’attività sporadica e di poco conto. Non avevo mai sperimentato il comic. Le uniche mie competenze in campo di comunicazione visiva e rappresentazione digitale riguardano il mondo della grafica. Sono stata per anni assidua frequentatrice di forum incentrati su questo tema, dove ho potuto seguire guide per imparare a creare contenuti di varia natura con Adobe Photoshop. Conoscere a fondo Photoshop mi ha permesso di muovermi con naturalezza su Procreate, il software per iPad che utilizzo per le mie vignette”.

“Iniziare ad illustrare la mia vita è stata una casualità”, continua. “Non mi perdo in tecnicismi, semplicemente perché non ne ho competenza, e perché la mia esigenza è un’altra, quella di buttar fuori le mie emozioni”.

Una pratica che non sempre riesce nello scopo di alleggerirsi: “Esporre continuamente i propri sentimenti a volte crea problemi”, ammette la neo-ingegnere. “Capita che qualcuno tenti di leggermi dai miei contenuti e magari chieda pure spiegazioni. Non ci si ferma a pensare che io potrei non avere nessuna intenzione di condividere i miei pensieri a riguardo, perché sembra una contraddizione visto che ci ho fatto un post. Inoltre, i protagonisti delle mie vignette, sebbene siano rappresentati con fattezze irriconoscibili, sono reali. Questo è difficile da gestire: non tutti hanno piacere ad avere una relazione con chi, come me, sbatte in faccia a tutti i problemi interni al rapporto. Oppure ancora, capita che qualcuno provi a capire quali vignette potrebbero essere riferite a se stesso o ad altri, e quasi sempre sbaglia. Le persone non capiscono che la mia pagina propone un miscuglio di emozioni attuali e passate. Spesso i disegni nascono ripensando a esperienze passate, oppure ancora, sono la realizzazione pratica di idee nate mesi prima e annotate. Uso delle strategie per proteggermi, in modo che chi vede i miei post abbia solo la percezione di vedermi, ma in realtà non può sapere niente di me, se non il modo in cui ragiono in generale. Ma questo allo stesso tempo crea delle incomprensioni”.

Silvia Fois e il suo alter-ego cartoon

Il nome della pagina – in italiano “Il Seme Nascosto” – ha un significato molto preciso: “I semi sono idee, sono ambizioni, sono paure, sono pregiudizi, sono debolezze, sono forze. I semi sono lì dentro di te. Alcuni li conosci già, altri nemmeno sai di averli”, spiega Silvia Fois. “L’idea di The Hidden Seed è far luce su di essi, uno per volta. È importante visualizzare i propri semi, per decidere quali annaffiare e quali estirpare dal vaso”.

Scorrendo la pagina ci si imbatte in vignette nelle quali è facile immedesimarsi: in situazioni imbarazzanti, in momenti di insicurezza o pene d’amore. Ma anche semplici momenti di vita quotidiana.

“Le mie illustrazioni parlano della mia vita e dei miei pensieri, positivi o negativi che siano”, continua l’illustratrice Oristanese. “I contenuti quindi sono molto variabili. The Hidden Seed gioisce per amore, ma poi si lagna per lo stesso motivo. Si tortura con inutili paranoie, ma poi se ne frega anche di tutto e di tutti. The Hidden Seed viene spesso ferita, ma è anche la prima a far del male agli altri. È alla ricerca della sua identità, vuole crescere moralmente, ma non è perfetta, quindi lotta continuamente con i suoi stessi pregiudizi”.

Temi e situazioni nei quali tutti si possono riconoscere – giovanissimi e giovani adulti: “Il 90% dei miei followers ha tra i 18 e i 34 anni. Le città più coperte sono Roma, Torino, Milano e Napoli. Il mio pubblico è quasi totalmente femminile, solo il 7% sono uomini. Spesso mi accusano di creare contenuti solo per donne. Certamente io porto sulla pagina la mia esperienza di vita, ovvero quella di una donna”.

“Quel che però ho notato nel tempo è che spesso sono gli stessi ragazzi a non volersi immedesimare nelle mie vignette, non tanto per via dei contenuti, quanto più perché scoraggiati dal fatto che la protagonista rappresentata sia una donna”, continua Silvia Fois. “Mi è capitato più volte di ricevere, sotto le vignette, commenti da uomini del tipo “ma questa cosa la proviamo anche noi!!”, come se la mia vignetta li escludesse da quel sentimento, che per me è invece universale. D’altronde la maggior parte delle emozioni che rappresento non hanno genere”.

Una delle vignette di Silvia Fois

Dopo un inizio in anonimato, diverse persone hanno cominciato a ricondividere le illustrazioni di Silvia Fois e a chiederle disegni su commissione, che lei eseguiva, senza mai farsi pagare: “Richiedevo la condivisione in cambio e questo mi ha permesso di crescere ai 1000 followers in un mese”.

“Ho iniziato a ricevere messaggi da persone che si ritrovavano nei miei lavori, e che ritenevano questi fossero addirittura di supporto. Di supporto per conoscere meglio se stessi e per sentirsi più normali, capiti. Ho quindi scoperto il valore della condivisione”, spiega la giovane oristanese. “Le persone, dicendomi di sentirsi più normali, hanno fatto sentire più normale me. È tutt’ora una sorpresa quando condivido un pensiero contorto che mi affligge, e scopro di non essere l’unica a porsi quei problemi. Sentirmi normale mi ha dato il coraggio per associare ufficialmente la mia identità alla pagina”.

“Devo ammettere che, offrire pubblicamente i miei sentimenti a tutte le persone che mi conoscono, o che semplicemente sanno chi sono, non è stato facile all’inizio, e ancora oggi a volte mi mette in difficoltà. Ci vuole una buona dose di menefreghismo del giudizio altrui, e io non sempre ne sono dotatissima”, continua l’illustratrice, che amette: “In alcuni momenti sono fiera di me per aver messo da parte la paura. Altre volte invece non faccio che ripetermi quanto le persone vedranno in me semplicemente una cretina”.

Il boom nella pagina è arrivato quando la deeJay, scrittrice e un influencer, Valentina Dallari, nota anche per essere stata tronista a Uomini e Donne ha ricondiviso una vignetta: “Ha invitato i suoi followers a seguire la mia pagina, perché le era piaciuta”, spiega Silvia Fois. “Quello è stato il vero e proprio trampolino di lancio. Valentina ha 1 milione di followers, quindi in due giorni sono passata a 7000. Da li la crescita è stata rapidissima”.

C’è stato anche un “ban”: “Ho pubblicato una storia che non rispettava le linee guida di Instagram, perciò mi è stata tagliata la visibilità per 4 mesi”, racconta la giovane illustratrice di Oristano. “È stato frustrante perché per un po’ mi facevo paranoie su tutto ciò che pubblicavo, ma mi è servito per capire la linea che voglio seguire in questo progetto: la spontaneità. Non voglio e non devo avere aspettative, perché potrei scomparire da un momento all’altro. Ciò che resterà però è il mezzo, le vignette, per stare meglio con me stessa. Il pubblico è solo un’aggiunta”.

Un extra positivo che dall’online potrebbe passare alla vita reale: “Appena potrò, mi piacerebbe organizzare un incontro a Torino con le persone più affezionate”, spiega Silvia Fois. “Mi è capitato di fare diverse chiacchierate interessanti e molte persone mi vedono come un’amica pur non conoscendomi”.

Una sensazione che gratifica, ma può creare crea anche ansia da prestazione: “È bello sentirsi voluti bene, ma è anche un po’ sconcertante, perché la maggior parte sono sconosciuti. A volte ho paura che i miei followers abbiano una percezione troppo positiva di me, e che resterebbero delusi scoprendo che spesso la realtà è che non sono neanche lontanamente simpatica”, ammette l’illustratrice che non intende, per ora, far diventare la pagina Instagram la sua priorità: “Oltre alla gestione della pagina The Hidden Seed mie giornate si dividono tra colloqui di lavoro, sviluppo di applicazioni. L’ambito dei miei studi che più mi ha appassionata in questi anni è stato la programmazione mobile, perciò spero di trovare lavoro in questo settore”.

Un invito a coltivare ciò che conta

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