L’assessore si siede sulla panchina rossa: contestata. Dimissioni nella Commissione pari opportunità

Violenza su donne e minori: scontro al Comune di Oristano

Sabato, 3 aprile 2021

Prima il “vaffa” del sindaco Andrea Lutzu, ora la foto dell’assessore con delega alle pari opportunità Carmen Murru. La polemica corre sui social al Comune di Oristano e stavolta, però, ha un riscontro politico e formale. La foto dell’assessore Murru, ritratta su una panchina rossa posizionata in Comune per ricordare delle violenza sulle donne e pubblicata dalla stessa Murru, ha portato alle dimissioni della presidente della Commissione comunale pari opportunità Pasqualina Pippia, dei vicepresidenti Gigi Mureddu e Alessandra Pusceddu e delle componenti Patrizia Cadau e Marina Canoppia.

Le ragioni sono state spiegate, anche queste sui social dalla consigliera Patrizia Cadau: “Il motivo è una crescente delusione nei confronti dell’uso strumentale delle tematiche della commissione e della Violenza di genere, che da sempre è impegnata, gratuitamente, nel contrasto alle varie forme di discriminazione sociale e che è in prima linea per la lotta contro l’abuso delle donne e i bambini”.

“Un uso strumentale e ipocrita che si è reso evidente nel pomeriggio, quando, l’assessora con delega alle pari opportunità, con fascia tricolore e in totale disprezzo di una sensibilità comune, ha pubblicato un’immagine tesa a promuovere se stessa e il proprio ruolo politico, nell’esercizio della propria responsabilità istituzionale, calpestando la memoria di migliaia di donne morte e dei loro figli, uccisi per il semplice fatto di essere considerati proprietà di cui disporre, e mortificando il lavoro di una Commissione che aveva impegnato tempo, energia, e il lavoro delle scuole e dei bambini per realizzare un segno concreto, la panchina rossa, di modesto valore economico ma di immenso valore culturale e sociale.
Il nostro monumento alle vittime di violenza collocato nel chiostro del Comune”.

“I monumenti hanno un valore simbolico incommensurabile, specialmente quando ricordano le vittime innocenti di stragi”, ha scritto ancora Cadau. “Non sono a beneficio della propria visibilità personale, ne di quella della politica. Dispiace che nonostante sia anche stata tempestivamente avvertita dell’inopportunità di questa scelta infelice, l’assessora non abbia fornito nessuna risposta”.

“Non ci resta che dimetterci. Davanti a certi affronti, a certa ottusa resistenza, non rimane altro che andarsene per dignità anche se davvero, l’amarezza e la preoccupazione per le giovani generazioni
rimangono altissime”.

Via social anche la presidente della Commissione Pasqualina Pippia aveva criticato e chiesto conto all’assessore Carmen Murru: “Sei una bellissima ragazza, e avresti preso gli stessi likes seduta su una panchina qualunque. Ma in qualità di Presidente della Commissione pari opportunità disapprovo totalmente la scelta della”assessora alle pari opportunità di utilizzare in questo modo il simbolo che la commissione ha fortemente voluto, per ricordare le vittime di violenza e la loro sofferenza”.

Nel giro di poco la risposta dell’assessore finita sott’accusa con la pubblicazione di foto che ritraggono alcuni personaggi seduti sulle panchine rosse: “Non pensavo che che la mia fotografia potesse suscitare fraintendimenti o malumori. Considerato anche il mio costante impegno a favore della causa (che tu ben conosci)”.

“Come puoi vedere nelle foto che ho postato, in tutta Italia, le panchine rosse sono usate per ciò a cui servono: per sedersi”, ha scritto Carmen Murru. “E nessuno ha mai pensato di fare polemiche in merito.
Almeno noi non dividiamoci e non creiamo distinguo altrimenti sarà ancora più difficile vincere la nostra battaglia comune”.

Successivamente l’assessore Carmen Murru ha diffuso anche una nota ufficiale per commentare l’accaduto: “Con la foto sulla panchina rossa non intendevo mancare di rispetto a nessuno, anzi ho solo pensato di trasmettere l’immagine di una giovane ragazza che riveste un ruolo istituzionale accanto al simbolo di una donna vittima di violenza”.

“Quella foto è stata scattata pochi minuti dopo che, celebrando un matrimonio, avevo terminato di leggere gli articoli di legge che prevedono stessi diritti e stessi doveri per gli uomini e per le donne”, sottolinea l’Assessore Murru. “Quella foto, dunque, non è stata frutto di una leggerezza, né una mancanza di rispetto”.

“Provengo da una famiglia che mi ha insegnato il rispetto verso tutti: uomini, donne e chi mi conosce sa quanto questi valori li segua ogni giorno”, prosegue Carmen Murru. “Capisco sensibilità diverse e punti di vista differenti, ma a chi mi accusa di aver mancato di rispetto chiede di avere rispetto nei miei confronti. Faccio presente che le panchine rosse sono presenti in tante piazze, via e parchi d’Italia. Sono fruibili dai passanti e sono tanti i rappresentanti istituzionali (sindaci, presidenti, commissioni per le pari opportunità) che hanno fatto una foto su quelle panchine per lanciare un messaggio di civiltà e di rispetto. È successo al Presidente della Regione Lombardia, alla Sindaca di Vigliano Biellese e a quelle di San Giovanni Valdarno e di Montella così come alla Commissione pari opportunità di Castiglione della Pescaia”.

“Alle offese”, conclude Murru, “rispondo con un sorriso”. 

4 Commenti

  1. A me sembra che l’assessora NON ABBIA CAPITO che la panchina rossa ha un’altra funzione che il sedersi…
    Sicuri che sia la persona adatta per quel ruolo?
    Anna Corrias

  2. Lasciate stare l’aspetto puramente politico, pur di attaccare l’assessore si è capaci di fare e dire qualsiasi cosa. Discutetene faccia faccia non sui social. Attacco alquanto vergognoso.

  3. Se mi dovessi sedere su questa panchina a chi dovrei mancare di rispetto ? Assurdo leggere certe cose ,ma sopratutto un attacco da altre pari ancora peggio . Scusatevi voi per il grave attacco . Vergognoso

  4. mi sa che davvero si è perso il lume della ragione. Una panchina rossa per ricordare le vittime della follia e l’attacco a chi ci si siede. Due cose di un cattivo gusto impressionante.
    1) una panchina rossa??? E che senso? Ah, ecco, per il piccolo essere umano/umanoide ci vuole il “simboletto”. L’ oggetto posto in bella vista a mo di monito. E per di più anche rossa, così da essere ancora più visibile. Giusto, senza simboli ci si dimentica, ci si scorda di quelle povere donne…uccise non dall’ uomo ma bensì da una lurida, vile e inutile società ben più attenta ai simboli che ai lutti. Che tristezza.
    2) una donna si siede su quella panchina, e le sue terga poggiate su quell’ imbecillissimo simbolo sono oggetto di attacco politico, di proditorio, e cretino, attacco e addirittura di dimissioni. Ma dimissioni per cosa? Boh
    Questa è la vera offesa verso quelle Donne. La panchina e tutto il becero can can che ne è saltato fuori. Quella che si siede e fa fotografare, quell’altra che coglie l’occasione al volo per gli “attacchi politici” ridicoli e, considerato il delicato argomento, decisamente fuori luogo e offensivo nei confronti di tutte le Donne che han sofferto e sono morte. E infine le dimissioni. No dai, questo è davvero troppo. Perchè dimettervi? Abbandonate la lotta? Fuggite? Vi dico una cosetta…è proprio quando le cose non vanno per il verso giusto che ci si deve rimboccare le maniche e combattere. Troppo facile fuggire alle prime avversità e troppo comodo portare una battaglia quando tutto va bene. Ora che vi siete dimesse cosa direte alle famiglie delle donne offese, stuprate, fate a pezzi e uccise? E ai loro figli? che direte? Direte che vi siete dimesse perchè una ragazzina ha poggiato il suo culetto sulla “panchina rossa?”
    Curatevi….tutti e tutte, Buona Pasqua E

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