Sull’emergenza sanitaria l’Asl chiede un confronto a porte chiuse e ribadisce che mancano i medici

L'incontro promosso dalla nuova amministrazione comunale di Oristano

Sabato, 10 settembre 2022

“Un confronto tra il Comune la Asl aperto e costruttivo. Ne seguiranno altri perché su un tema come la sanità è doveroso tenere alta l’attenzione”. 

È il primo commento del Sindaco Massimiliano Sanna sull’incontro di ieri sera, nella Sala consiliare del Comune di Oristano, tra i vertici della ASL 5, guidati dal direttore generale Angelo Serusi, e i nuovi amministratori comunali di Oristano, consiglieri e assessori.

“Un primo incontro tra i neoeletti e il direttore generale era necessario per avere un quadro di partenza chiaro e completo da cui far partire ogni azione successiva – precisa il Sindaco Sanna -. La mia richiesta iniziale era stata quella di un incontro aperto al pubblico. Su questo versante il Direttore generale ha precisato che il suo modus operandi è quello di incontrare gli amministratori nella loro qualità di rappresentanti delle comunità da loro amministrate. Ieri sera, infatti, ha voluto un incontro riservato esclusivamente a consiglieri e assessori con finalità informativa, per illustrare lo stato dell’arte della sanità oristanese, programmi e scadenze, secondo una linea tenuta con tutte le amministrazioni locali. Per questo motivo l’incontro di ieri non era aperto alla cittadinanza, ma il Comune ne promuoverà altri con i cittadini e con i comitati, con le istituzioni e il Consiglio comunale, anche con il Comitato di distretto di cui fa parte”.

Anche il Direttore generale della ASL, Angelo Serusi, accompagnato dal Direttore sanitario della Asl di Oristano Antonio Pinna, dal Direttore amministrativo della ASL Rosalba Muscas e dal Coordinatore dell’ufficio integrazione ospedale territorio Alessandro Baccoli, ha voluto spiegare il senso dell’incontro: “Stiamo proseguendo un’azione di informazione nel territorio per affrontare con i rappresentanti delle istituzioni tutte le problematiche delle varie realtà. Sono incontri con gli amministratori perché è importante dare un’informativa completa e chiara a chi rappresenta le comunità”.

Il manager ha quindi ripercorso le tappe del suo lavoro alla ASL di Oristano, partendo da una doverosa premessa: “Il Covid e la riforma sanitaria in atto condizionano la governance dell’azienda sanitaria. Al mio ingresso mi sono trovato di fronte tre grosse emergenze: pediatria, hospice ed emodinamica. L’emergenza di Pediatria è stata risolta, anche se non al 100%, con il reclutamento di 3 pediatri in pianta organica e un libero professionista, che ci ha permesso di dare continuità all’ambulatorio di Diabetologia pediatrica. Emodinamica ha avuto criticità a fine scorso anno con la chiusura delle attività, ma con una convenzione con l’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari abbiamo garantito l’apertura 24 ore a settimana e da giugno a oggi abbiamo eseguito 51 angioplastiche. Anche l’hospice è stato rinforzato negli organici. Su queste tre emergenze, dunque, sono stati compiuti progressi importanti.  Abbiamo lavorato al rafforzamento della filiera oncologica, con l’assunzione di tre oncologi e un palliativista, e della Neurologia, servizio in cui sono stati reclutati tre nuovi specialisti, perché vogliamo creare a Oristano le condizioni per la realizzazione di una stroke unit”.    

“I problemi ci sono, ma abbiamo un progetto, che non è solo quello di mantenere l’esistente, ma di attrarre nuove risorse. A Oristano c’è una buona sanità e degli ottimi professionisti – ha proseguito Serusi -. Il problema fondamentale è la mancanza dei medici. Un problema noto a tutti e che accomuna tutta Italia. Mancano medici, specialisti in Pronto Soccorso, radiologi, anestesisti, pneumologi. Facciamo fronte a queste carenze reclutando medici con selezioni a tempo determinato (3 anni) perché è la via più veloce che ci permette di acquisire il personale necessario a supportare le specialistiche più deficitarie. Il ricorso ai medici in affitto, una novità in senso assoluto che ci consente di fronteggiare una carenza del sistema con una situazione deficitaria che per essere colmata non basterebbero 5 anni, ci ha consentito di mantenere aperti i servizi a differenza di altre realtà dove sono stati chiusi. Grazie ai medici in affitto e all’abnegazione del nostro personale abbiamo mantenuto ferma la barra”.

Il Direttore generale della ASL non ha nascosto le carenze in vari reparti: “Tutti i reparti hanno carenze di organico, ma stiamo lavorando in varie direzioni per garantire i servizi. Rispetto al 2021 abbiamo in servizio 21 nuovi specialisti. Pneumologia e radiologia costituiscono una forte criticità: sono stati pubblicati bandi specifici, peraltro andati deserti. Ad agosto abbiamo reperito un nuovo anestesista e a dicembre arriverà un nuovo medico di pronto soccorso”.

Serusi ha parlato anche della sanità nel territorio: “Il distretto è oggettivamente una nota dolente, mancano medici di base e pediatri, pubblichiamo selezioni per le sedi rese vacanti da medici che vanno in pensione, ma le selezioni vanno in gran parte deserte perché i giovani medici non vogliono andare in periferia. Su 36 sedi vacanti nel territorio, abbiamo avuto solo 6 disponibilità”.

Il direttore sanitario Antonio Maria Pinna ha portato al tavolo della discussione i numeri dell’attività ospedaliera: “Nel primo semestre 2021 l’Ortopedia ha effettuato 300 interventi, nel 2022 ne ha eseguiti 303. Anche le altre branche chirurgiche si sono mantenute sugli stessi volumi di attività dell’anno precedente. Per di più, nel periodo estivo, quando altri ospedali della Sardegna hanno chiuso alcuni reparti, il San Martino ha accolto anche quei pazienti, con un inevitabile iperafflusso a cui però abbiamo saputo rispondere”. 

Dei progetti legati ai fondi del PNRR ha parlato il coordinatore dell’ufficio per l’integrazione ospedale-territorio Alessandro Baccoli, che ha anticipato come la Asl di Oristano stia lavorando alla progettazione degli Ospedali di comunità, strutture destinate a fare da intermediazione tra ospedale e territorio e ad evitare i ricoveri impropri, e alle Case della comunità, finalizzate al rafforzamento della sanità territoriale. Baccoli ha anche accennato all’avvio del lavoro sulla Rete sperimentale delle cure palliative, un progetto moderno, che recepisce le recenti linee guida in questo campo e che si inserisce nel potenziamento della filiera oncologica, su cui la Asl sta lavorando. 

Dopo l’intervento dei vertici Asl sono intervenuti i consiglieri comunali, alcuni dei quali hanno rimarcato il mancato accesso nell’aula consiliare ai volontari del Comitato per le tutela della salute.

Per Paolo Angioi (UDC) “Il punto sostanziale è la carenza di personale, di medici specialisti. In un’ottica globale c’è un’aumentata domanda e una carenza di specialisti. A fronte di questa condizione molti oristanesi vanno a curarsi in altre realtà. Dobbiamo fare un patto con tutto il territorio, un accordo sociale affinchè il problema salute non passi in secondo piano, ma anzi si raggiunga un rafforzamento”.

“Quando si parla di sanità non esistono i colori politici, oggi è importante che siamo qui a discutere, ma dispiace che non si sia voluto un consiglio comunale aperto, che le porte dell’aula siano chiuse e che il comitato non abbia potuto assistere” ha detto Maria Obinu (PD) secondo cui  se nella sanità si è arrivati allo stato di crisi di oggi è colpa della politica che ha imposto scelte come “il numero chiuso per il corso universitario di medicina ma anche con selezioni assurde e scuole di specializzazione insufficienti”.

“Salute e sanità devono andare oltre la quadratura dei bilanci – ha sottolineato Efisio Sanna (Oristano più) -. Il bisogno di salute è alto, ma siamo ai livelli della soppressione di un diritto universale, di un disconoscimento di un diritto costituzionale in questa provincia. La politica di chi ha gestito e gestisce la sanità ha dimostrato scarsa lungimiranza in un territorio con un alto tasso di invecchiamento. In questa ASL da tanti anni manca lungimiranza, programmazione e ci sono responsabilità politiche, ma anche gestionali, nella sanità in tutta la Sardegna”.

“I medici in affitto, non costano di più, costano di meno – ha precisato Vincenzo Pecoraro (UDC) -. Ci siamo rivolti a loro come rimedio alla mancanza di figure specialistiche, ma senza loro saremmo morti. Senza di loro ci sarebbero ancora le fila al pronto soccorso e anche nei reparti. In questa condizione, se i medici non ci sono possiamo solo augurarci che rimangano loro”.

Per Francesco Federico (Oristano democratica e possibile) “c’è la forte necessità di fare squadra. L’incontro di stasera ha avuto un approccio sbagliato nei confronti dei cittadini; eppure, è stato forse il più interessante tra i tanti a cui abbiamo partecipato negli ultimi anni”.

Sergio Locci (Aristanis): “La politica è responsabile di questa situazione. Oggi sono stati rappresentati i limiti e la prospettiva di cambiamento che mal si adatta alla realtà attuale: l’emergenza è oggi, non domani”. Sui comitati ha aggiunto: “A me ha fatto molto piacere che in questi anni ci sia stato qualcuno che ha tenuto alta l’attenzione sui problemi della sanità. Ci vuole una sommossa di tutti i cittadini e dei sindaci per far sentire la nostra voce a Cagliari. In questa città abbiamo bisogno di avere gli stessi riconoscimenti che hanno Cagliari e Sassari”.

Roberto Pisanu (Sardegna 20Venti) si è soffermato sulle case di comunità “è quasi impossibile farle in Sardegna”, sul numero chiuso nella facoltà di medicina “è il problema più grosso, quello che ha determinato la mancanza dei medici” e sulle figure degli specializzandi “che non possono essere mandati alla sbaraglio, non hanno l’esperienza necessaria”.

Secondo Carla Della Volpe (Oristano più) “oggi abbiamo perso un’occasione: sarebbe stato più giusto tenere un consiglio comunale aperto con i cittadini e con i comitati”.

“Se vogliamo incentivare medici specialisti a trasferirsi a Oristano, dobbiamo sviluppare Oristano e renderla appetibile” ha concluso Umberto Marcoli (Oristano più).

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