Sport come terapia: a Torre Grande un campo-scuola per giovani col diabete di tipo 1

L'iniziativa è promossa da Aniad e Asl di Oristano

Giovedì, 29 settembre 2022

L’esercizio fisico come un farmaco che consente di ottenere un buon compenso metabolico, e lo sport diventa terapia. Per imparare a tenere sotto controllo l’andamento glicemico e prevenire eventuali squilibri e anche per abbattere i pregiudizi legati al diabete – dimostrando che una persona che ne è affetta può fare attività fisica, purché lo faccia in sicurezza – si può partecipare a “Diabete no limits”, il campo-scuola organizzato dall’Aniad in collaborazione con l’Unità operativa di Diabetologia e all’ambulatorio di Diabetologia pediatrica della Asl di Oristano. Appuntamento a Torre Grande, da domani, venerdì 30 settembre, a domenica 2 ottobre. Saranno coinvolti ragazze e ragazzi con diabete di tipo 1, dai 14 anni in su.

Un fine settimana in cui si alterneranno lezioni teoriche, tenute da diabetologi, nutrizionisti e infermieri dell’Unità operativa di Diabetologia, diretta dalla dottoressa Concetta Clausi, insieme ai diabetologi pediatri che insegneranno a gestire la terapia prima, durante e dopo l’allenamento, e momenti pratici in cui, grazie a istruttori, laureati in scienze motorie e atleti con diabete, i partecipanti si cimenteranno nelle attività vere e proprie quali ciclismo, sup e calisthenics, un allenamento basato sulla ginnastica a corpo libero.

“Lo scopo di questa tre giorni”, spiegano gli organizzatori, “è quello di rafforzare le conoscenze e le strategie per un corretto autocontrollo del diabete e sensibilizzare all’importanza di una regolare attività fisica, istruendo su come trarne beneficio senza incorrere nel rischio di sviluppare ipo o iperglicemia. Quando si parla di diabete e attività fisica, di solito, si fa riferimento a un tipo di attività non troppo intensa, il cui principale scopo è il miglioramento del controllo metabolico. Ma il paziente diabetico può oggi praticare un vero e proprio sport, con un ventaglio di attività motorie e sportive che nel tempo si è allargato”.

“Lo sport da un punto di vista terapeutico, ha effetti spesso analoghi al farmaco e apporta benefici a 360 gradi”, proseguono gli organizzatori del campo. “Può e deve essere praticato, ma in sicurezza, per evitare crisi di ipo o iperglicemia. Rischi che oggi è possibile prevenire grazie anche ai sensori per il monitoraggio continuo del glucosio, che consentono di tenere controllare i livelli costantemente durante l’allenamento o in gara” .

Durante le attività, che saranno svolte sempre sotto la vigilanza del personale medico e degli istruttori, gli atleti indosseranno sistemi avanzati di monitoraggio continuo della glicemia e i dati saranno non solo utilizzati sul campo, ma studiati e analizzati successivamente, in modo che ogni partecipante possa fare la scelta nutrizionale più adatta per se stesso. Grazie al supporto di una psicologa, i giovani potranno anche affrontare le paure e le incertezze, sia fisiche che psicologiche, legate alla malattia.

Non è il primo evento promosso dall’Associazione nazionale italiana atleti diabetici e dall’Asl, che già da molti anni collaborano per diffondere la cultura dell’esercizio fisico e dello sport fra i soggetti con diabete di tipo 1 e di tipo 2. Già dal 2006, anno della nascita dell’Aniad, l’associazione organizza campi scuola rivolti a bambini e adolescenti con diabete e ai loro familiari, campionati sportivi come le mezze maratone, incontri informativi in collaborazione con gli istituti scolastici, attività di sensibilizzazione e informazione.

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