I pini di Torre Grande diventano opere d’arte: si cerca di fermare il loro abbattimento

L'iniziativa dell'artista Salvatore Garau: un museo d’Arte contemporanea a cielo aperto dedicato ai bambini

Il pino con la targa “La mia ombra non ha confini”

Martedì, 28 giugno 2022

Un museo d’Arte Contemporanea a cielo aperto, dedicato ai bambini – Il MACCAB – contro l’abbattimento dei 50 pini di Torre Grande.

È l’idea dell’artista di Santa Giusta, Salvatore Garau, noto per le sue opere invisibili, che questa mattina ha certificato con una targa un primo gruppo di 37 alberi (36 più uno invisibile) come “Sculture Viventi di Arte Contemporanea”, con un un titolo appropriato per ogni albero.

Al primo gruppo di alberi ne seguiranno gli altri 13 e nei prossimi mesi, se il comune sposerà l’iniziativa, negli spazi liberi tra un albero e l’altro verranno installate le opere di 40 artisti invitati da tutto il mondo: opere che saranno dedicate agli alberi e ai bambini, “perché entrambi possiedono e vivono la vera purezza della vita”, spiega l’artista.

“Ciò che sta accadendo ad Oristano è emblematico di come l’uomo sembra perdere coscienza di ciò che è un vero patrimonio da tramandare, non da cancellare”, commenta ancora Garau. “Fino a oggi non esiste da parte del Comune di Oristano nessuna relazione che certifichi il reale stato di salute dei cinquanta pini destinati ad essere abbattuti”.

Il valore aggiunto di “Opere d’Arte” attribuito agli alberi da Salvatore Garau è un incentivo a cogliere, nel loro valore totale, la bellezza della natura, e stimola i bambini a sviluppare una sensibilità che i grandi sembrano drammaticamente aver perso, aiutandoli a comprendere il valore immenso che ogni singolo albero rappresenta nel ristabilire la naturale armonia tra uomo e natura.

“Accorro in aiuto degli alberi in un momento pericoloso per la loro estinzione e per difendere un patrimonio paesaggistico, culturale e di memoria dal valore immenso”, sottolinea Salvatore Garau. “Può un albero diventare un’opera d’Arte Contemporanea? Si, se a deciderlo è un artista. Se poi quest’azione sarà compresa, condivisa o per niente accettata, poco importa: l’artista deve ‘fare’, perché solo così può aiutare l’uomo a capire l’inscindibile legame fra arte e vita in ogni sua forma; deve aiutare a pensare e a far ‘sentire’ l’insolito, a riflettere su ciò che fino a quel momento sarebbe stato inconcepibile. Ciò che vediamo senza riflettere è uno sguardo perduto”.

La forte azione dimostrativa di Garau segue quella dell’artista tedesco Joseph Beuysche nel 1982, in occasione dei Documenta 7 a Kassel, dava vita alla sua opera più grandiosa e iconica con la messa a dimora della prima di 7000 querce.

Definendo gli alberi “Opere d’Arte”, Garau ha reso la pratica artistica un gesto collettivo di riconciliazione dell’uomo con la natura mostrando come l’arte possa evitare che l’uomo metta a repentaglio la stessa esistenza dell’umanità e della terra.

“Non ci sarà alcun intervento invasivo sugli alberi”, chiosa Salvatore Garau. “Sarebbe come intervenire sulla Pietà di Michelangelo. L’albero è già perfetto, solo un titolo è più che sufficiente a rivelare l’opera che già esiste. Un’azione poetica, la mia, per ricordare, ora più che mai, che l’uomo deve vivere in simbiosi con la natura e con se stesso”.

La certificazione di autenticità degli alberi

3 Commenti

  1. Fatemi capire…se la canta e se la balla questo signore ed è pure certificatore mah. Ogni tentativo di rinnovare trova sempre l’oppositore di turno ed il pretesto di turno. Questi pini non li ha mai considerati nessuno e ora che si vuole andare avanti (piantando comunque altri alberi al loro posto) ecco che improvvisamente diventano simbolo di qualcosa…mah

  2. #cittadino fammi capire, cosa significa “Non li ha mai considerati nessuno”? Sono lì dagli anni ’60 o forse prima e non c’era bisogno di “considerarli”, la passeggiata era bella così, poi sono state asportate le panchine vista mare, installati lampioni verso il mare (così di notte invece di vedere una poetica vista dell’orizzonte marino abbiamo quella delle lampadine) invasa la passeggiata con bancarelle e l’area spiaggia con giochi di plastica notturni e musica orribile é una violenza estiva delirante che può essere spostata dopo villa Baldino tra ciò che resta dell’area ex cantieri e casupole pescatori verso il porticciolo. Distruggere le cose non significa rinnovare. L’inclusione è possibile. Sono testimone del fatto che a Oristano per ogni albero abbattuto non ne sono stati piantati altri. La miopia dilaga e il deserto pure. Quando capirete che gli alberi sono vitali?

  3. Bravo Garau
    In questa città che non ama il verde serviva l’intervento di un artista x risvegliare le coscienze ormai assuefatte alla cementificazione…

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