All’Unla le teorie sulla razza e la tragedia dei bambini rom e sinti nella Germania nazista

Oggi un seminario a cura del ricercatore Luca Bravi

Mercoledì, 2 febbraio 2022

Una conferenza sul tragico destino dei bimbi rom e sinti nella Germania nazista è in programma questo pomeriggio alle 17 al Centro Servizi Culturali Unla di Oristano. Il ricercatore Luca Bravi partirà da un’analisi della tesi di dottorato curata negli anni Quaranta dalla giovane antropologa filo-nazista Eva Justin.

La ricercatrice voleva dimostrare che includere i bambini rom e sinti nella società tedesca attraverso l’educazione avrebbe rappresentato uno spreco di risorse da parte dello Stato, perché questi erano da considerare una “razza inferiore”, un gruppo di persone su cui era necessario agire soltanto attraverso la sterilizzazione forzata e lo sterminio fisico.

La tesi fu discussa nel 1943. Nel maggio del 1944 le bambine e i bambini sinti e rom ridotti al rango di cavie per gli studi di Eva Justin furono portati ad Auschwitz-Birkenau e uccisi nelle camere a gas. 

Luca Bravi è ricercatore presso il Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia dell’Università di Firenze, dove insegna Storia dei processi comunicativi e formativi.

Si occupa di storia sociale dell’educazione in relazione alle politiche d’inclusione in Europa, di storia dei media rispetto alla loro influenza sui contesti di formazione ed educazione e di processi storici di costruzione della memoria europea.

Ha diretto numerosi progetti europei e ha coordinato seminari d’aggiornamento degli insegnanti in collaborazione con il Consiglio d’Europa, il Miur e la Regione Toscana. È autore di numerose pubblicazioni relative alle minoranze rom e sinti in Europa, legate in particolare ai temi della deportazione e dello sterminio e della successiva storia della scolarizzazione.

Per accedere ai locali del Centro Servizi Culturali sarà necessario esibire il Super Green Pass. Il pubblico in sala dovrà inoltre indossare la mascherina Ffp2.

Sarà possibile seguire la conferenza anche in streaming, sulle pagine YouTube e Facebook dell’Unla.

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