Il Comune di Oristano vendette un terreno non suo: ora dovrà pagare 740 mila euro

L'amministrazione si costituisce in giudizio

I terreni dell’ex Perlite a Torre Grande

Giovedì, 13 gennaio 2022

Comunque vada, il Comune di Oristano dovrà pagare, ma l’intenzione è di pagare il meno possibile e vedere ridurre i 747.573,57 euro di debito accumulato in oltre 50 anni nei confronti del Demanio marittimo.

La questione è spinosa e parte da lontano: nel 1964 il Comune, guidato dall’allora sindaco Salvatore Manconi, vendette alla società Perlite 25.000 metri quadri nei pressi del pontile di Torre Grande. Solo nel 2008, con un verbale di ispezione, il Demanio ha ritenuto che una parte di quel terreno non appartenesse al Comune, ma allo stesso Demanio.

Una sentenza del 2015, passata in giudicato e notificata al Comune di Oristano il 1° giungo del 2017, nel periodo di passaggio tra la giunta Tendas e quella Lutzu, dichiarava che il terreno alienato all’ex Perlite (nel frattempo confluita nella Saint-Gobain Italia spa) fosse del Demanio e condannava il Comune a un risarcimento per la Saint-Gobain che, per esito della sentenza, perdeva parte dei terreni.

L’Agenzia del Demanio, che con la sentenza si è vista attribuire ufficialmente la titolarità dell’area, ha chiesto il pagamento delle indennità per occupazione abusiva di area marina demaniale, dal 2013 a oggi per la somma complessiva, appunto, di oltre 740 mila euro. Cifra che, naturalmente, non intende pagare la Saint-Gobain Italia spa. Lo scorso mese di ottobre – per mano del suo avvocato – ha presentato davanti al Tribunale di Cagliari un ricorso per accertare che la Spa non deve nulla all’Agenzia del Demanio e contemporaneamente condannare il Comune a liberare la società da ogni importo in favore dello stesso Demanio.

Il Comune di Oristano, con una recente deliberazione di giunta, ha deciso di costituirsi in quest’ultimo giudizio davanti al Tribunale di Cagliari.

“Da sentenza dobbiamo pagare e pagheremo”, commenta l’assessore al Bilancio, Angelo Angioi, “vorremo definire in maniera concreta una quota ridotta”.

“Prima del lockdown ci sono state delle interlocuzioni col Demanio e speriamo che tra Enti pubblici ci possano essere margini di trattativa”.

“Per noi questo debito di 50 anni fa è un problema”, conclude l’assessore, “perché qualsiasi cifra saremo costretti a pagare, saranno somme che distoglieremo dal bilancio e sarà un danno per le nostre casse”.

Angelo Angioi

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