Ecco come sarà il lungomare di Torre Grande dopo la riqualificazione – FOTO

La presentazione a Palazzo degli Scolopi

Venerdì, 26 novembre 2021

È stato presentato nel pomeriggio il progetto per la riqualificazione del lungomare di Torre Grande. Le simulazioni grafiche sono state mostrate nel corso della conferenza “Torre Grande sostenibile”, a Palazzo degli Scolopi a Oristano.

Hanno illustrato le caratteristiche del progetto il sindaco Andrea Lutzu, il dirigente tecnico comunale Alberto Soddu e i professionisti della Dodi Moss – Studio Sulmona e Sab incaricati della progettazione: l’architetto Valentina Dallaturca, curatrice della progettazione architettonica e paesaggistica, l’architetto Gabriella Innocenti, coordinatrice del progetto, l’ingegner Dario Solmona e l’agronomo Ettore Zauli, curatore degli aspetti agronomici, botanici e fitoiatrici dell’intervento.

Una seduta lignea a onda sul lungomare di Torre Grande
I corpi illuminanti
Sedute lignee e in pietra
La piazza della Torre riqualificata
La passeggiata del lungomare Eleonora d’Arborea

8 Commenti

  1. Come al solito gli architetti si ispirano a forme e disegni futuristici che non hanno nulla a che fare con l’ambiente circostante, inoltre con l’aumento delle forti mareggiate non si è in grado di capire che c’è bisogno di creare una barriera naturalistica per proteggere la strada. Una barriera fatta di piante e barriere in legno. In Australia per esempio, trovi queste barriere ovunque, ma non avete viaggiato abbastanza per arricchire le vostre conoscenze e vi siete limitati a copiare la riviera romagnola. E basta con ste palme Canarie, usate solo piante autoctone! Orrendo

  2. Le palme lasciatele in Egitto sono brutte e richiedono un sacco di lavoro per tenerle in modo decente. Ce li vedete gli operai fare questo lavoro ? Boh ?

  3. Le palme andrebbero bandite, sono simbolo di aridità e afa. Inoltre non fanno nemmeno ombra.
    Piantate i pini, fate un tutt’uno con la pineta che c’è di fianco e tutti contenti. Ma vabbé…

  4. Ancora con le palme! Osservando attentamente l’agro oristanese, si può pacificamente affermare che la diffusione capillare sul territorio delle specie canariensis e washinghtonia ha fatto si che le stesse siano divenute parte integrante del paesaggio locale a scapito di altre essenze autoctone, per autoctone intendo non solo quelle dell’ambito sardo ma mediterraneo in genere , vedi pini, pioppi bianchi, lecci, tamerici etc.
    Una cosa è certa, l’unico viale alberato della città scomparirà. Ma giusto bisogna abbatterli per far risaltare la bellezza architettonica delle abitazioni in prima fila. Case dagli stili disparati, dal contemporaneo al mediterraneo anni 70 per finire allo stile padano. Mala tempora currunt. E’ possibile che in questa città non si possa ricorrere a soluzioni che non comportino la drastica eliminazione del verde esistente?

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