In fuga col gratta e vinci rubato? Tanta pubblicità, giocate in aumento

Anche a Oristano qualche ricevitoria ha esaurito i tagliandi

Massimo Casula, gestore della ricevitoria di via Tirso

Sabato, 11 settembre 2021

La vicenda del furto del Gratta e vinci da 500mila euro a Napoli ha trovato tanto spazio su giornali e tv ed ha fatto schizzare improvvisamente le vendite dei tagliandi in tutta Italia. Anche ad Oristano si è verificato un notevole incremento delle giocate.

“Non so che percentuali abbiamo raggiunto gli altri”, commenta Massimo Casula, della ricevitoria di via Tirso, “ma a me la vicenda del furto ha permesso di raddoppiare le vendite del Gratta e vinci, tanto che ho esaurito più volte le scorte. Molta attenzione per la vicenda, anche se le ricostruzioni fatte da alcuni mass media non erano molto precise. Ad esempio, il terminale conferma l’eventuale vincita, ma non produce alcuna musica, come tanti hanno scritto”.

Imprecisione anche sulle modalità di riscossione del premio, segnala Massimo Casula: “Per le vincite fino a 500 euro, basta presentarsi in un qualsiasi punto vendita autorizzato con il biglietto, che sarà validato sul posto. Solo dopo sarà possibile procedere al pagamento. Per i premi da 501 a 10mila euro la procedura rimane la medesima, ma la validazione del biglietto fa scattare una prenotazione della vincita, che verrà poi pagata in un secondo momento con la modalità scelta dal vincitore: assegno circolare in una filiale bancaria di Intesa Sanpaolo, bonifico bancario o bonifico postale”.

“Per le vincite superiori a 10mila euro è necessario seguire un percorso totalmente differente”, chiarisce il gestore della ricevitoria di via Tirso. “Anzitutto bisogna presentare il biglietto vincente a una banca, che lo ritira e rilascia una ricevuta. Dalla banca il biglietto arriva a Lotterie Nazionali, che provvederà al pagamento secondo la modalità scelta dal vincitore”.

Sulla vicenda di Napoli ha voluto fare chiarezza anche la Federazione Italiana Tabaccai: in una nota, il presidente nazionale Giovanni Risso fa notare che “il responsabile del furto, non è, né è mai stato, un tabaccaio. Né dai nostri archivi, né da quelli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Gaetano Scutellaro risulta essere titolare o coadiutore di una rivendita. Un distinguo necessario, affinché la vicenda non infanghi l’immagine di una categoria storicamente a fianco dello Stato e da sempre punto di riferimento per tutta la cittadinanza”.

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