“Ha le convenzioni, perché la Casa di cura abbandona oculistica, cardiologia o diabetologia?”

Un documento dei Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano

Sabato, 10 aprile 2021

Anche la sanità privata contribuisce a ridurre la disponibilità di servizi per i pazienti nell’Oristanese? Perché? Se lo chiede il Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano in un documento sulla progressiva riduzione, o addirittura interruzione, delle prestazioni in convenzione di Oculistica, Otorino, Cardiologia, Neurologia, Fisiokinesiterapia e Diabetologia alla Casa di cura “Madonna del Rimedio”. Ecco il documento.

È davvero allarmante lo stato in cui versa la sanità oristanese. Certo non lo è da oggi. Da molto tempo comitati di cittadini, associazioni di malati, sindacati, ordini professionali e istituzioni denunciano i ritardi e il grave malfunzionamento dei servizi sanitari, causati da progressivi e pesanti tagli negli organici e nelle risorse strumentali.

Ma lo scenario attuale è reso ancora più buio da alcuni recenti segnali che, incidendo sensibilmente sulla rete di servizi pubblici e convenzionati, tradiscono la volontà di spingere il livello dell’assistenza sanitaria indietro di diversi decenni, con la riproposizione di un modello basato sulla netta divisione dell’utenza in base alla capacità di acquisto di accertamenti diagnostici e cure.

I drastici tagli agli organici e alle risorse strumentali, con la contrazione dei servizi ospedalieri e ambulatoriali pubblici e convenzionati della provincia, orientano la domanda di salute verso le prestazioni a pagamento disponibili sul territorio. Un’esigenza subito intercettata dal mercato, che ha visto infatti nella nostra provincia la moltiplicazione di laboratori polispecialistici privati, solitamente nelle mani di “medici imprenditori”. E desta allarme anche il ricorso ai privati per la gestione del Punto di Primo Intervento di Ghilarza.

Gli interessi più agguerriti sono però attratti dagli spazi lasciati disponibili dal principale presidio della provincia, l’ospedale “San Martino” di Oristano, in evidente declino. Considerato un Dea (ospedale di dimensione provinciale) e perciò destinato ad assicurare tutte le principali specialità, il San Martino ha dovuto invece rinunciare a tutta una serie di servizi, pure indicati nel piano della rete ospedaliera del 2017, ma già ottenuti dalla Casa di cura “Madonna del Rimedio”: Oculistica, Otorino, Neurologia, Fisiokinesiterapia.

La Casa di cura ha risposto da oltre un anno con la decisione di interrompere o ridurre progressivamente l’erogazione delle prestazioni in convenzione di Oculistica, Otorino, Cardiologia, Neurologia, Fisiokinesiterapia, Diabetologia. Specialità per le quali la clinica ha regolare autorizzazione e quindi disponibilità di budget. Un tesoretto forse da riversare su alcuni nuovi servizi già assicurati dal “San Martino” (come la Radiologia e l’Ortopedia) ma certamente più remunerativi. Ma quel che è davvero inaccettabile, lasciando senza assistenza migliaia di pazienti, costretti così a vagare per le altre strutture della regione, o, nel caso dei 1.800 diabetici sfrattati dall’oggi al domani, ad aggiungersi all’esercito degli oltre 11.000 diabetici già seguiti a fatica dai medici del Servizio di Diabetologia della Assl.

L’integrazione tra sanità pubblica e privata è auspicabile, con il privato complementare al pubblico, ma devono esserci condizioni precise a regolare il rapporto. Ma la Casa di cura può interrompere le prestazioni per cui è convenzionata? Può disporre come crede di tutto il budget a disposizione? Può chiudere i suoi reparti e servizi per ferie? Inoltre la Casa di cura non ha Pronto Soccorso né Terapia Intensiva e Rianimazione, perché? Spetta alla Regione stabilire e vigilare su competenze e comportamenti, cosa che ultimamente non sembra accadere.

Le difficoltà maggiori nel pubblico sono determinate dalla carenza del personale e non è assolutamente vero che Oristano non è una sede appetibile: basta bandire dei concorsi a tempo indeterminato. Il Comitato per il diritto alla salute negli ultimi mesi ha atteso le risposte promesse dalle istituzioni, dall’assessore alla Sanità, dal commissario dell’Ats, dai sindaci della provincia, ma nulla si è mosso ancora.

È vero che la priorità in questo momento è quella dei vaccini, ma a tutto il resto chi e quando ci deve pensare? Abbiamo una sola consapevolezza, prima o poi ciascuno di noi avrà necessità, per sé e per i suoi cari, di un sistema sanitario pubblico che in provincia funzioni. E non sarà sempre possibile saltare la fila.

6 Commenti

  1. Bene, vi siete fatti alcune domande, chiedete chiarimenti a chi sta progressivamente facendo tagli e diminuendo risorse, per esempio a chi tempo fa a denunciato la diabetologia con tanto di controlli nas, che tra l’altro non hanno portato a nulla, se non disagi per i diabetici, chiedete ai paz diabetici che erano seguiti in clinica che trattamento ricevono ora… Informatevi prima, avrete sicuramente risposte in via Carducci…

  2. Io qualche domanda me la faccio, Max. E ti dico, in via Carducci ingegneri e amministratori non riescono a decidere dove mettere la Tac acquistata dall’ospedale San Martino due anni fa . La Tac è ferma ancora nella sede della ditta che la deve consegnare e che aspetta che ci siano i locali pronti. Non sarà che questo ritardo fa comodo a qualche privato che può far funzionare meglio la sua, di Tac ? Sui diabetici: so solo che mio padre, seguito per anni e benissimo in Clinica è stato mandato via senza molti complimenti. Ora riceve il trattamento di tutti gli altri seguiti come lui con il poco personale del servizio di diabetologia. Ma perchè non assumono altri medici ? a chi da fastidio un ospedale che funziona ? Quanto ai Nas, hanno fatto controlli anche sui vaccini ma non per questo hanno interrotto le vaccinazioni … Alla fine però la questione è una e soltanto una : noi oristanesi ci possiamo curare solo se siamo ricchi. Quelli come noi ci devono rinunciare ebbasta.

    • Riguardo alla Tac penso che dovrebbe chiedere in via Carducci, non in clinica, sul perché del ritardo. Anzi le posso dire che le liste d’attesa della clinica sono molto ridotte, al contrario di quello che può prevedere facendo una prenotazione alla all’Assl… Forse non montano la nuova Tac perché li farebbe lavorare di più…

  3. Tanto per sapere, chiedo a Max: una clinica privata è sovvenzionata dalla Regione che non solo non può chiedere conti e ragioni del suo operato, ma deve anche far girare al largo i Nas? Tanto meglio se non hanno trovato motivi per procedere (non conosco l’argomento), ma l’operato di noi tutti può essere controllato dallo Stato, dalla Regione, dal Comune. Non siamo immuni da errori, voluti o involontari, e perciò i controlli servono.
    Quanto ai tagli, bisogna tagliare solo sulla sanità pubblica?
    Forse quando un’azienda privata vede che la sanità pubblica è in grande affanno pensa che quello è il momento di emanciparsi perché noi non avremo alternative.

    • Rispondo per gradi… La Assl ha deciso di interrompere l’erogazione dei piani terapeutici con i quali la clinica aveva un introito tale da poter sopravvivere… Per chiarirci, il paziemnte veniva in clinica per essere seguito ma non poteva farsi prescrivere l’insulina: doveva riandare alla Assl per farsela prescrivere… Controsenso ,doppia visita… Oculistica: i pazienti che venivano seguiti in clinica per maculopatia potevano fare le inieazioni intravitreali con un rimborso di 1.800 €, la Assl ha tagliato riducendo il rimborso a poco meno di 300 €… Tenendo presente che a Nuoro davano € 1.300… Inoltre vi faccio sapere che in clinica si facevano mediamente dalle 18 alle 20/22 prestazioni giornaliere come visite sia oculistiche che diabetologiche, visto che stiamo parlando di questi due servizi, in ospedale ne fanno solo 5 o 6 giornalieri sia come controlli oculistici che diabetologici… Penso proprio che il problema non sia la clinica ma bensì chi si spartisce il risparmio di questi due servizi, e non certo la clinica
      La clinica è sempre stata soggetta a controlli dei Nas, anzi, ben vengano i controlli la clinica come tutti gli ambulatori privati hanno un budget che decide la ASL di Oristano insieme alla Regione. Una volta che si sfora qui sono costretti a interrompere l’erogazione del servizio altrimenti lavorerebbe gratis e la Assl non è disponibile a fornire altri soldi per l’anno in corso, quindi dovrebbe farsi carico lei di tutti gli altri servizi

  4. Il reparto Oculistica della Clinica del Rimedio fino a circa un anno fa, in convenzione, seguiva i pazienti con problemi di maculopatia che necessitavano di iniezioni intravitreali periodiche (lucentis, eylea, ecc.).
    Improvvisamente tale assistenza è stata interrotta lasciando allo sbando noi pazienti alla ricerca di altre strutture convenzionate introvabili e /o con tempi di disponibilità lunghissimi.
    La Clinica è l’unica e professionale unità operativa per l’oculistica nella provincia di Oristano; continua la sua convenzione per gli interventi di cataratta ma ha interrotto le iniezioni intravitreali per la maculopatia. Da chi è dipesa?
    Un problema di costi?

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