Casa di cura e convenzioni, Floris replica e annuncia: “Pronti anche per la terapia intensiva”

Dopo le contestazioni del Comitato per il diritto alla salute

Mario Alberto Floris

Lunedì, 12 aprile 2021

L’accusa formulata dal Comitato per il diritto alla salute di Oristano si può riassumere così: la Casa di cura Madonna del Rimedio preferisce erogare le prestazioni sanitarie più convenienti economicamente e ciò fa sì che alcuni settori come Oculistica, Otorino, Cardiologia, Neurologia, Fisiokinesiterapia, Diabetologia, siano sacrificati a favore di altri, vedi l’Ortopedia e la Radiologia. Mario Alberto Floris, direttore generale della Casa di cura, però contesta.

Negli uffici del complesso di via Giotto, dov’è stato aperto l’ennesimo cantiere (“Stiamo realizzando il nuovo reparto di Medicina e la nuova sede della Direzione generale: abbiamo investito oltre otto milioni di euro in dieci anni in un ammodernamento strutturale e tecnologico”), Floris per rispondere alle accuse torna indietro tra le carte che regolano la sanità oristanese, settore nel quale la Casa di cura da decenni gioca un ruolo importante.

“La rete ospedaliera oristanese, nel 2017, è stata condivisa con la giunta regionale, con tutti i consiglieri regionali dell’Oristanese e con una maggioranza a trazione Pd. Ed è stata condivisa anche con la direzione dall’Assl e dell’ospedale San Martino”, esordisce Mario Alberto Floris. “Siccome era necessario raggiungere un certo numero di posti letto per ottenere ad Oristano il riconoscimento del cosiddetto Dea di primo livello, ci è stato chiesto di farci carico noi di Oculistica, Otorino, Cardiologia, Neurologia. Ma la Regione non ci ha mai autorizzato l’attività di primo soccorso o primo intervento in questi settori, quindi non ha mai previsto risorse a nostro favore e a questo scopo, limitandosi a riconoscerci solo le attività ordinarie. È tutto verificabile dagli atti regionali”.

“Così come”, prosegue Mario Alberto Floris, “non c’è uno spostamento prevalente a favore di prestazioni quali quelle di Radiologia, ad esempio la risonanza magnetica, ma semplicemente un riequilibrio. Se la Regione mi accredita per un nuovo servizio, come appunto è quello della risonanza, ma poi mi lascia lo stesso budget di due milioni e 700 mila euro, non posso fare le nozze coi fichi secchi, devo garantire l’accesso alle diverse prestazioni”.

“Quanto alla chiusura per ferie”, dice ancora il direttore generale della Casa di cura Madonna del Rimedio, Mario Alberto Floris, “voglio ricordare che le ferie sono un diritto dei lavoratori e l’azienda ha il dovere di rispettare questo diritto. Ciò è da mettere in relazione anche con le capacità produttive della Casa di cura, che sono superiori al budget assegnato”.

Un capitolo a parte per la diabetologia. “Non abbiamo sfrattato nessuno”, afferma ancora il direttore generale della Casa di cura Madonna del Rimedio, Mario Alberto Floris, replicando alle contestazioni. “È stato il Servizio di farmacia dell’Assessorato alla sanità della Regione sarda, dopo trent’anni, ad intimarci nel 2018 di bloccare la prescrizione dei cosiddetti piani terapeutici. Quindi i nostri pazienti, che sono 1.706 e non 1.800, si sono dovuti rivolgere al diabetologo dell’Assl per farsi prescrivere l’insulina che sino ad allora aveva prescritto il nostro diabetologo, il dottor Cabras. Anche questo è documentato da atti pubblici. E’ stato un problema da me sollevato nel 2018, a mezzo stampa, oltre che per via ufficiale alla Regione”.

E la Regione viene chiamata in causa anche per alcuni problemi che riguardano l’oculistica e in particolare le cosiddette “iniezioni intravitreali”.

“La Regione, unilateralmente, a maggio scorso ha defalcato il rimborso per questa prestazione da 1800 a 284 euro”, afferma ancora Mario Alberto Floris. “Contraddicendo anche un’indicazione formulata con uno studio dell’ospedale San Francesco di Nuoro che ha dato una precisa indicazione, riconoscendo a questo tipo di prestazione un valore di rimborso stimato in 1300 euro. Ecco perché siamo stati costretti a ridurle, altrimenti compromettiamo l’equilibrio del servizio”.

“Noi siamo anche pronti a fare di più”, prosegue Mario Alberto Floris. “Abbiamo invitato a una maggiore collaborazione con la sanità pubblica e questa nostra disponibilità è stata recepita positivamente dal sindaco di Oristano Lutzu e dal segretario del sindacato Cimo Sulis”.

“Attualmente”, prosegue Mario Alberto Floris, “la terapia intensiva non è un mandato assegnatoci dalla Regione Sardegna, ma se dovesse chiederci la nostra disponibilità, noi siamo pronti. Alla Regione abbiamo inviato anche una proposta per l’apertura in Clinica di un punto vaccinale. La Casa di cura è disposta a svolgere questa attività pro bono, perché siamo sempre stati e siamo a disposizione della comunità oristanese. Attendiamo risposta dagli organi preposti”.

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