In aula al freddo da giorni, gli studenti del Mossa protestano e lasciano la scuola

Documento dei rappresentanti studenteschi. La dirigente: "La vicenda avrà gravi conseguenze"

L’Istituto Tecnico Mossa

Mercoledì, 3 marzo 2021

Da quattro giorni in aula al freddo, alcuni studenti dell’Istituto Mossa di Oristano questa mattina hanno messo in atto una dura protesta, abbandonando la scuola.

“Le classi hanno scelto in autonomia quando uscire”, spiegano i rappresentanti di Istituto Leonardo Murgia e Alessandro Meli, “però abbiamo chiesto loro di non assembrarsi in città, ma di tornare a casa. E così hanno fatto”.

“Sappiamo di aver fatto un errore perché avremmo dovuto rimanere nell’area dell’Istituto”, precisano i due rappresentanti del Mossa, “ma non siamo stati gli unici a sbagliare. Da quando siamo rientrati a scuola l’impianto di riscaldamento funziona male e alcuni soffrono molto il freddo, soprattutto la mattina”.

In serata gli studenti hanno inviato alla nostra redazione un documento per spiegare le ragioni della protesta.

Stamani alcune classi in DPI del nostro istituto hanno deciso di farsi sentire per evidenziare il malessere dovuto al guasto del riscaldamento per ben 4 giorni di fila. In quanto la ricezione della temperatura possa essere soggettiva e un individuo possa patire o meno il freddo, abbiamo lasciato che ogni singolo rappresentante di classe con i suoi compagni decidessero se era opportuna o meno un’azione di questo tipo. Nonostante i recenti fatti accaduti ritenevamo necessario e doveroso scrivervi per esprimere per l’ennesima volta questo disagio che ormai si protrae da giorni.

Più volte son state chieste spiegazioni a chi di dovere, in cambio sono arrivate risposte deludenti, è stato ribadito da noi il fatto che avremmo potuto iniziare regolarmente le lezioni anche noi, come altri istituti, dato che il riavvio delle attività didattiche era stato rimandato a causa dell’impianto di riscaldamento e la situazione a oggi non è cambiata.

Il modo forse non è stato dei migliori, ma è stato causato dal disagio creato, stanchi del silenzio e delle mancate risposte.

L’articolo 21 della nostra costituzione disciplina che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”. Dato che alcuni studenti sono stati giustamente ammoniti riteniamo doveroso specificare che la violazione è avvenuta da ambedue le parti con due motivi differenti; nello statuto degli studenti e delle studentesse all’articolo 2(14) dice che “ Lo studente/La studentessa non può allontanarsi dall’area scolastica senza autorizzazione del/della dirigente scolastico/a o del/della suo/sua sostituto/a. “all’articolo 2 (4) dice che “  Lo studente/La studentessa ha diritto ad un ambiente salubre, sicuro, accogliente, con riferimento agli spazi ed alle persone, che favorisca l’apprendimento, l’incontro, la comunicazione e, in generale, la qualità di vita nella scuola.”.

Detto ciò vorremmo capire se gli unici ad essere in torto siamo noi? È evidente che entrambi abbiamo peccato in due punti differenti , quindi noi studenti dovremmo stare zitti dinanzi a questi disagi? Dovremmo continuare a stare zitti e subire? NO. Chiediamo alla scuola di sistemare tempestivamente il problema, e questa volta davvero, siamo stanchi di non avere risposte e di doverci adattare ad ogni proposta. Non è il primo anno che ci lamentiamo per il riscaldamento, me recentemente è il primo anno che ci facciamo sentire. A titolo informativo vi vorremmo comunicare che gli studenti che sono usciti stamani dalle classi , sono tornati per lo più a casa, al caldo, senza aver creato alcun tipo di disagio in giro ad Oristano.

Interpellata sulla vicenda la dirigente dell’Istituto Marillina Meloni ha fatto sapere che ci saranno gravi conseguenze per gli studenti maggiorenni e per i minorenni.

“La protesta è stata messa in atto da alcuni studenti che hanno strumentalizzato il problema, peraltro già risolto”, ha detto la dirigente. “Sono stati informati che i tecnici stavano intervenendo”.

“Nel documento che ho ricevuto anche io indicano molto bene i diritti, ma mancano del tutto i doveri”, precisa la dirigente Meloni.

6 Commenti

  1. Al freddo??? Sti ragazzi non hanno voglia di far niente! Sono le scuse per non fare le poche ore in presenza… Vanno a scuola in magliettine e vestiti estivi come se stessero andandando al mare… Vorrei sapere se a casa hanno il riscaldamento acceso tutto il giorno… Mah.. Stendiamo un velo pietoso su scioperi fatti per cose futili.. Con tutta la crisi economica che c’è si sciopera per il riscaldamento che non funziona!!!

  2. Sono una docente del Mossa e vorrei chiarire che solo una classe in presenza non è entrata, e su 450 alunni SOLO 40 ALUNNI sono usciti senza autorizzazione… Vorrei chiedere a chi ha scritto l’articolo di verificare le fonti prima di pubblicare falsità… Da dire che il 50% degli alunni erano a casa in DAD al caldo!

  3. “ricezione della temperatura”, “che ogni singolo rappresentante decidessero”… Forse sarebbe stato meglio seguire le lezioni di italiano, alla glaciale temperatura odierna di 18 gradi!

  4. Ha ragione la dirigente: le regole vanno rispettate. Hanno ragione gli studenti: hanno diritto a seguire le lezioni in ambienti salubri (e riscaldati). Ha gravemente torto l’amministrazione provinciale di Oristano: con la scuola di fatto chiusa da marzo 2020, in un anno non è stata capace di risolvere questo problema. Bocciati.

  5. Studenti infreddoliti? Pensassero a studiare! Questa è la nuova generazione di lavoratori capaci solo a trovare le scuse buone per non impegnarsi nella scuola e nella vita. A differenza di alcuni dei loro coetanei che hanno protestato per riprendere le lezioni in presenza, loro sperano di tornare al caldo delle loro abitazioni….. Povera Italia. Mi chiedo perché assecondare la loro sete di protagonismo pubblicando le loro sciocchezze?

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