La scultura c’è ma non si vede: l’idea nata a Oristano arriva a Milano

Protagonista l'artista di Santa Giusta Salvatore Garau

Il Buddha in contemplazione in piazza della Scala, a Milano

Mercoledì, 10 febbraio 2021

Da qualche giorno in piazza della Scala, a Milano, un quadrato tracciato prima con un nastro adesivo bianco e ora con un gessetto delimita lo spazio occupato dal Buddha in contemplazione di Salvatore Garau. L’idea, quella di realizzare un’opera invisibile, fatta tutta d’aria, è partita da Oristano, più precisamente da piazza Manno.

“La prima scultura che non si vede è stata installata lo scorso 6 gennaio”, spiega Salvatore Garau, che ha studiato all’Istituto d’Arte di Oristano e si è diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. “L’ho chiamata l’Uomo che pensa“, continua l’artista di Santa Giusta, “si trova al centro della rotonda di piazza Manno, proprio sopra il bassorilievo dell’albero arborense. Lì da anni c’era un opera che non può vedere nessuno. Ho deciso di realizzare l’Uomo che pensa proprio in quello spazio per dare un segnale. Ho fatto un regalo alla città, anche se molti a Oristano ancora non lo sanno”.

L’Uomo che pensa, in piazza Manno a Oristano

“Realizzare un’opera invisibile è una rivoluzione artistica, non si può andare oltre. Sono contento che questa rivoluzione sia partita da Oristano. Il secondo progetto invece è stato realizzato a Milano, di fronte alle Gallerie d’Italia, dove è esposta una mia tela che si intitola Scultura che lancia-lucciole-segnali di pioggia. Per il Buddha in contemplazione non ho dovuto chiedere permessi al Comune di Milano, né pagare per trasportare la scultura fin lì dalla Sardegna. È un’opera libera”.

Salvatore Garau – Foto G. Mura

“Non solo in piazza della Scala non c’è la scultura, ma non ci sono stato neanche io”, precisa l’artista di Santa Giusta. “Ho fatto tutto dalla mia casa di Torre Grande, dove vivo quando non sono a Milano. Mi ha aiutato Nicola Urru, un amico di Oristano che lavora alla Scala, dove è responsabile degli audiovisivi. Ha tracciato il quadrato e realizzato le riprese su mia indicazione. Poi abbiamo montato un video di presentazione”.

Quella di Garau però non è una provocazione. “Non voglio fare ironia”, puntualizza, “la mia è un’opera spirituale per eccellenza. Tanti fanno guerre in nome di un dio che non hanno mai visto e, anche se non ci pensiamo troppo, parte della nostra vita è circondata dall’invisibile: pensiamo alle onde elettromagnetiche dei cellulari”.

Intanto le sculture invisibili di Garau sono già diventate un caso di studio. Oggi all’Acme di Milano, l’Academy of Fine Arts and Media, il docente Milo Goj ha tenuto una lezione proprio sul Buddha in contemplazione. “Realizzerò altre cinque sculture invisibili in giro per il mondo”, conclude Garau, “nessuno prima di me aveva mai fatto qualcosa di simile”.

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