“Parcheggiata al Pronto soccorso per Covid. Qui scarseggiano l’ossigeno e le protezioni”

Il racconto di una paziente ricoverata al San Martino di Oristano

Denise Atzori in ospedale – Foto dal suo profilo Facebook

Martedì, 10 novembre 2020

“22 pazienti Covid al pronto soccorso, saturo, personale stremato, protezioni che scarseggiano, e ossigeno, sì, proprio l’ossigeno, che sta mancando e lo devono elemosinare”. È l’incredibile testimonianza di una giovane mamma, Denise Atzori, ricoverata al Pronto soccorso di Oristano. La sua esperienza, raccontata sul profilo Facebook, conferma le continue denunce sulla grave situazione in cui si trova il servizio, dove aumentano ogni giorno i malati e diminuiscono i sanitari che li devono curare. Con le barelle e i letti ormai nei corridoi e con scarsi dispositivi di protezione. E scarseggia perfino l’ossigeno, indispensabile per la cura di malati affetti dalla polmonite bilaterale causata dal Covid. Ma ecco il testo completo del racconto della paziente.

“Ciao a tutti. Il pericolo c’è… Scusate se vi scrivo ma forse non è ancora ben chiaro… Quindi vi racconto un po’ com’è la situazione vista da qui dentro.

Io ho 39 anni e chi mi conosce bene sa quanto sono sempre stata attenta… Eppure sono qua, perché il maledetto non guarda in faccia nessuno. Io ho aspettato ben 9 giorni a casa con la febbre per non lasciare i miei piccoli soli, per di più Giulia la stavo ancora allattando, ma poi non è più stato possibile e ho dovuto chiamare il 118. Meglio una mamma lontana e viva che vicina e morta…

E per fortuna non ho aspettato oltre. Sono stata portata al Pronto soccorso di Oristano. Dove ho sostato in barella, con un bidone della spazzatura come comodino, per una notte (a me è andata bene, la mia attuale compagna di stanza, con due polmoni compromessi, in quella barella ci ha passato una settimana). 22 pazienti covid al Pronto soccorso, saturo, personale stremato, protezioni che scarseggiano.  Ossigeno – sì, proprio ossigeno – che sta mancando e lo devono elemosinare. Ieri mi hanno ricoverato al reparto Covid. 10 posti. Solo 10 miseri posti.

Oggi apriranno a Ghilarza… 15 posti che saranno pieni in pochi attimi. L’inverno non è ancora arrivato e qui in Sardegna siamo già nella merda. Non hanno colpa i nostri dottori, ma solo chi ci governa, che ci avrebbe dovuto tutelare. La mia vicina di letto, mamma di quattro ragazzi, tutti positivi pure loro, asintomatici per fortuna. Beh, lei ora ha un polmone gravemente compromesso (l’altro si è sistemato) e sta aspettando che la trasferiscano in un ospedale dove le diano giuste cure, peccato che ancora non abbiano trovato un posto.

Ecco, vi ho fatto solo un piccolo resoconto. Scusate se vi ho annoiati ma non potevo non farvi sapere a che punto siamo. Che Dio ce la mandi buona. Noi però stiamo il più possibile al riparo.

Grazie ancora per tutto l’affetto che mi state dimostrando. State vicini ai miei cari e in generale a chiunque si trovi in questa schifosissima situazione”.

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