Metà degli studenti dell’Istituto Don Deodato Meloni seguirà ancora le lezioni da casa

Soluzione quasi obbligata per l'insufficienza degli spazi: alternanza tra chi segue in presenza e chi da remoto e ingressi contingentati. Parla il preside

La sede di Nuraxinieddu dell’Istituto “Don Deodato Meloni”

C’è la concreta possibilità che a settembre gli studenti dell’Istituto Agrario – Alberghiero Don Deodato Meloni di Nuraxinieddu per metà debbano seguire le lezioni in aula e per metà da casa. E così potrebbe essere per l’intero primo semestre, a causa delle norme di tutela sul coronavirus.

“Tra tecnicismi vari e misure di sicurezza da rispettare, alternare le lezioni in presenza e la didattica a distanza, allo stato attuale delle cose, è l’unica soluzione possibile da adottare, non senza difficoltà”, dichiara il preside dell’Istituto Gian Domenico Demuro.

“In aula possiamo accogliere dodici alunni per volta con i banchi che abbiamo già in dotazione”, prosegue il preside Demuro, “diciotto alunni se arrivano i banchi monoposto”. Nella stessa classe, quindi ci saranno studenti che andranno a lezione in aula e altri che seguiranno da casa.

I nuovi banchi richiesti – 1200 in totale per le tre sedi dell’Istituto, ovvero in via Carducci, viale Diaz e a Nuraxinieddu – non sono ancora arrivati. “Stiamo attendendo il 1° settembre”, spiega il preside Demuro, “ma in ogni caso, non possiamo comunque ospitare più di diciotto ragazzi per volta, visti gli spazi delle nostre aule”.

Gian Domenico Demuro

Per quanto riguarda la didattica mista, l’Istituto con tutto lo staff docenti e il personale, proprio in questi giorni si sta organizzando per cercare di programmare al meglio tutto, tra incastri vari, per garantire le lezioni a tutti. “Il sistema da noi pensato”, prosegue infatti Gian Domenico Demuro, “vedrà la classe divisa in due gruppi: il primo gruppo seguirà le lezioni in presenza durante le settimane pari, il secondo che nel mentre seguirà le lezioni da remoto, tornerà in classe per la didattica in presenza nelle settimane dispari”.

Stesso discorso per i laboratori. “Il problema si pone specialmente per le classi dell’indirizzo alberghiero dove i laboratori sono tre: sala, ricevimento e cucina”, aggiunge Demuro. “Anche qui alterneremo i ragazzi, seguendo il programma dei due gruppi divisi per lezione in presenza e a distanza. Sarà complicato ma è evidente come i laboratori è impossibile poterli svolgere da remoto”. Una questione questa, a cui si aggiunge una problematica già precedente all’emergenza coronavirus. “Abbiamo chiesto sia al Comune che all’Ufficio scolastico provinciale di aumentarci l’energia elettrica per poter garantire lo svolgimento dei tre laboratori contemporaneamente: al momento abbiamo solo 100 kw quando invece ne necessitiamo di almeno 250 kw per tutti e tre. Spero che anche questo problema venga risolto il prima possibile visto che stiamo rivedendo tutta l’organizzazione scolastica e didattica a fronte dell’emergenza sanitaria e delle misure di sicurezza da rispettare”.

Incerta ancora l’organizzazione del convitto, sempre destinato agli studenti della scuola, nella sede di Nuraxinieddu. “Normalmente”, spiega infatti il preside Demuro, “il convitto ospita un totale di 90 studenti: 45 ragazze e 45 ragazzi. E’ chiaro che dobbiamo capire ora come organizzarci e se prevedere l’alternanza anche per loro. Stiamo parlando di studenti che vengono da diversi paesi lontani da Oristano e che necessitano dell’alloggio ma quello che ci preoccupa maggiormente, qualora riuscissimo ad organizzarci, è capire come fronteggiare momenti di aggregazione inevitabili, come la mensa”.

Convitto sede Nuraxinieddu “Don Deodato Meloni”

Il problema dell’aggregazione si pone anche per le altri sedi dell’Istituto. “Rendere l’ingresso e l’uscita contingentato, sulla carta forse è “semplice” ma sulla pratica non è così quando hai da gestire più di mille studenti”, evidenzia il preside Demuro. “Per farli entrare nelle varie sedi dell’istituto – e stiamo parlando al momento di 36 classi dell’alberghiero e di altre 24 per i restanti indirizzi scolastici – ci vorrà almeno un’ora e questo non è possibile”.

“E poi”, aggiunge sempre Demuro, “ora stiamo ragionando tenendo conto di un “contesto” ancora estivo ma quando ci sarà freddo o arriveranno le prime piogge, come ci si organizzerà? Non è ammissibile lasciare gli studenti ad aspettare fuori prima che entrino a scuola”.

“L’unica certezza, al momento,” conclude il preside Demuro, “è che non sarà un rientro semplice sia per i docenti, che dovranno organizzarsi durante le loro ore di lezione per gestire in contemporanea metà classe a distanza e l’altra in presenza; sia per lo staff e il personale scolastico che si spera aumenti vista la necessità di igienizzare spesso tutti gli ambienti; ma specialmente per gli studenti. Senza contare le nostre connessioni internet che chiaramente non sono sufficienti a reggere tutti gli utenti connessi. Sarà difficile, ma noi come scuola ci stiamo impegnando al massimo per garantire le lezioni e le attività didattiche a tutti. Nessuno resterà escluso”.

Lunedì, 10 agosto 2020

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