I detenuti del carcere di Massama amanuensi per un giorno

Laboratorio e conferenza seguiti dal professore Giampaolo Mele, direttore dell’Istar e docente universitario

I detenuti del carcere di Massama come i frati amanuensi medievali. Stamane hanno sperimentato, in un laboratorio, il lavoro degli antichi copisti dei codici liturgici, nell’ambito della conferenza sull’importanza della scrittura come strumento culturale, curata da Giampaolo Mele, professore dell’Università di Sassari e direttore scientifico dell’Istituto di studi arborensi di Oristano.

I detenuti, circa una cinquantina, hanno trascritto il I° Salmo del codice liturgico custodito nell’archivio della Cattedrale di Oristano, in latino e con una calligrafia gotica molto originale ed elaborata.

“Scrivere, leggere e cantare ai tempi di Eleonora d’Arborea”, è stato il titolo della conferenza che aveva come obiettivo dimostrare l’importanza della scrittura per la trasmissione della cultura in Europa e nella Sardegna medievale del Giudicato di Arborea.

“Aristanis è stata capitale della scrittura”, spiega il professor  Giampaolo Mele. “La Carta de Logu e i canti liturgici del convento di Santa Chiara e di San Francesco sono esempio di una scrittura di estremo valore, sublimata dall’accompagnamento canoro”.

I detenuti del carcere sono rimasti molto soddisfatti e appassionati e hanno richiesto un altro incontro col professor Mele, che ha promesso un suo ritorno

L’iniziativa svoltasi nel teatro della casa di reclusione, ha ricordato il direttore del carcere Pier Luigi Farci, rientra nei programmi culturali a favore dei detenuti.

Lunedì, 15 aprile 2019

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