Carabinieri in festa per la patrona

Celebrazione solenne a Oristano

Carabinieri in festa per la patrona
Celebrazione solenne a Oristano

Messa solenne stamattina nella chiesa dei Cappuccini di Oristano per la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri.

Alla celebrazione hanno preso parte le massime autorità civili e militari della provincia, i familiari dei caduti (vittime del dovere, vedove e orfani dell’O.N.A.O.M.A.C, ed i detentori di Medaglie concesse alla memoria dei militari dell’Arma) e i rappresentanti delle sezioni provinciali dell’Associazione nazionale dei carabinieri, che condivideranno il momento della simbolica ricorrenza con i militari in servizio agli ordini del comandante provinciale, Domenico Cristaldi.

La cerimonia ha previsto anche la rievocazione del 77° anniversario della battaglia di Culquaber, combattuta in Abissinia nel novembre del 1941 e per la quale fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare all’Arma dei Carabinieri.

In occasione della Virgo Fidelis l’Arma celebra anche la “Giornata dell’Orfano”, un momento nel corso del quale i carabinieri si stringono in un ideale abbraccio agli orfani dei propri militari caduti.

Il discorso pronunciato dal Comandante provinciale dei Carabinieri, Tenente Colonello Domenico Cristaldi. In occasione di questa celebrazione, la mia prima da Comandante Provinciale di Oristano, a nome di tutti i Carabinieri rivolgo un sentito grazie alle Autorità religiose, civili e militari, che con la loro presenza testimoniano la stima e l’affetto per l’Arma dei Carabinieri in una giornata ricca di significato per la nostra Istituzione.

Un saluto a tutti i Carabinieri di questa provincia, ed in particolare a quelli in congedo cui ci lega uno strettissimo vincolo di fratellanza: un vincolo che ha sempre caratterizzato la grande famiglia dell’Arma.

Domenico Cristaldi

Non posso non indirizzare un pensiero particolarmente profondo, intriso di speranza, ed un ringraziamento vivo agli studenti, qui presenti in rappresentanza dell’intera comunità scolastica della provincia, alla quale l’Arma dei Carabinieri intende manifestare tutta la propria vicinanza in un momento davvero particolare, in cui la nostra società è purtroppo segnata da uno svuotamento generale di valori, di ideali, di etica… rispetto al quale i Carabinieri si pongono sempre come rigoroso punto di riferimento, baluardo a difesa di un modello sociale, quello corretto, cui tutti dobbiamo anelare.

L’Arma in servizio, come quella in congedo mirabilmente impegnata nella conservazione delle secolari tradizioni, trasmette oggi non solo idealmente ma anche concretamente questi valori ed ideali, affinché proprio i giovani, spesso disorientati ma – sono certo – desiderosi di riferimenti sicuri, ne facciano tesoro e li tengano costantemente presenti nel loro agire.

È in questa direzione che occorre profondere il nostro impegno, massimo! Ed è soprattutto nei confronti dei giovani che non dobbiamo mai rinunciare alla funzione pedagogica e sociale insita nel nostro ruolo, agendo – fianco a fianco – con chi di questa funzione deve fare la propria ragione di vita quotidiana, con l’obiettivo di colmare tutti insieme, con slancio, entusiasmo e in modo strutturato, questi vuoti che sempre più li attanagliano, specie nell’adolescenza.

E’ da qui, dunque, dai giovani, da questi bambini e dal doveroso sostegno che ciascuna Istituzione democratica deve garantirgli, che occorre partire.

E’ qui che si staglia la funzione sociale del Carabiniere, che mai mi stancherò di ripetere è operatore sociale e operatore di pace che con le altre Istituzioni concorre in collettiva partecipazione, contribuendo al bene ed alla sicurezza della comunità.

Questo splendido Convento che ci ospita, grazie alla disponibilità e alla vicinanza ed amicizia dell’intera comunità dei Frati Cappuccini ed in particolare di Padre Cristiano, cui va il mio personale caloroso ringraziamento, conferisce a questo momento di raccolta particolare intimità e concretezza. E’ in questa intimità che intendiamo testimoniare la nostra vicinanza alle vedove – e ai familiari tutti – dei nostri caduti, che in modo esemplare vivificano il motto dell’Istituzione “Nei secoli fedele (Sii fedele sino alla morte)”; ed è per questo che ricordiamo, oggi, la battaglia di Culqualber, nell’ambito di una ricorrenza religiosa e di un mirabile connubio di fedeltà nei confronti della Virgo Fidelis, ma anche della Patria, dello Stato, della famiglia, della gente comune: una fedeltà strenuamente perseguita anche a costo della vita, che trova nel nostro motto una sintesi magnifica di un passato, un presente e un futuro costellato di impegno costante per garantire e favorire il benessere della collettività. Una sintesi perfetta dei valori essenziali dell’essere umano, dell’essere Carabiniere.

Questo di oggi è un momento che lascia un segno indelebile nel ricordo caro della nostra Patrona, e memorabile della battaglia di Culqualber – 77 anni fa – che vide un reparto dell’Arma protagonista della storia, lontano dalla madre Patria, immolarsi per quei valori ed ideali ancora oggi vivi in noi.

Quel 21 novembre 1941, il 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato a difesa del caposaldo di Culqualber, si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa.

Per quel fatto d’armi, alla Bandiera dell’Arma fu conferita la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la motivazione di cui darò ora lettura:

“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi.

Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale Comandante e Carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.

Mercoledì, 21 novembre 2018

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